Il Rovistariviste
“VENEZIA GLORIOSA”
Da pochi mesi, ovvero dall'autunno dell'appena concluso 2019, è disponibile nelle migliori edicole, direttamente oppure su esplicita ordinazione, un nuovo fascicolo monografico speciale prodotto dalla redazione di storia della casa editrice Sprea, che già dà vita a interessanti riviste come "Conoscere la Storia", "Guerre e Guerrieri" e "Medioevo". Il titolo "Venezia gloriosa" è tutto un programma perché riesce a condensare in 114 pagine (per sole euro 9,90) oltre un millennio di storia della Repubblica di Venezia, senza rinunciare a una notevole dovizia di dettagli e a una ricchezza di immagini avvalorata da una impaginazione accattivante. Autore dei testi è il giornalista Mirko Molteni, già affermato collaboratore di numerose testate, fra cui il quotidiano "Libero", varie riviste di storia e il notiziario militare on line "Analisi Difesa". In un centinaio di pagine, dunque, si ripercorre l'incredibile avventura di una città nata su isolotti erbosi della laguna veneta come rifugio delle popolazioni costiere dalle invasioni barbariche. Una città che per secoli restò ancora formalmente subordinata all'Impero Bizantino, anche se la nomina fin dall'anno 697 dopo Cristo del primo doge, Paoluccio Anafesto, già faceva intravedere una nascente e sempre crescente indipendenza. Venezia, in effetti, fu aiutata dal fatto di essere geograficamente periferica rispetto a Costantinopoli, per cui il potere bizantino vi giungeva attenuato. I primi dogi poterono così fondare nell'arco di poche generazioni una potenza marittima e commerciale che già verso l'anno 1000 dettava legge nel Mare Adriatico in maniera autonoma dai bizantini. Infine, con la sconfitta e l'occupazione di Costantinopoli nel 1204 da parte dei veneziani guidati dal doge Enrico Dandolo, gli antichi sudditi divennero padroni e per la repubblica di San Marco si aprì un'epoca da superpotenza. Quali i segreti della forza di Venezia? Sicuramente una classe politica e diplomatica preparata e aperta sul mondo, nonché conscia dei propri interessi strategici. Nonché il coraggio in battaglia e la perizia tecnica nella fabbricazione di numerose navi, le agili galee, galeazze e "galee bastarde", sfornate dall'Arsenale, primo esempio di fabbricazione in serie di naviglio militare. L'apice della potenza veneziana si snodò tra le fortune di esploratori come Marco Polo, spintosi nel cuore della Cina, e le conquiste di terraferma, quando contendeva la Padania allo Stato di Milano grazie a valenti condottieri come Bartolomeo Colleoni. Durò almeno fino alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, quando la sola flotta veneziana, comandata dal "capitano da mar" Sebastiano Venier, costituiva metà dell'intera flotta cristiana che annientò la marineria turca. Ancora qualche decennio e , poi, lenta iniziò la decadenza, con classi agiate che sperperarono le ricchezze ereditate in inutili lussi e in una dolce vita corrotta e sensuale di cui nel Settecento fu cantore Giacomo Casanova. Infine, le truppe francesi di Napoleone Bonaparte nel 1797 non poterono che far crollare uno stato che non era più al livello della grandezza passata. Tutta questa rocambolesca avventura, lunga un millennio, viene trattata passando in rassegna anche vari retroscena, dallo spionaggio veneziano, strutturato in regolari rapporti (le "riferte") inviate ai dogi dai propri ambasciatori, al corollario che fondeva insieme gli eccessi del carnevale, la procacità della prostituzione fra le calli e il florilegio della stampa "proibita" che rendeva la città invisa ai Papi. Insomma un fascicolo da non perdere per avere una panoramica completa della storia della Repubblica di Venezia in una veste agile e scorrevole. Come solida base, magari, per successivi approfondimenti su testi di livello accademico.
“NORDADRIATICO MAGAZINE”, LA RIVISTA DELLA MITTELEUROPA PADANA
Da giugno in edicola sta avendo successo perché racconta le straordinarie risorse che il futuro deve valorizzare appieno per tutto quello che riguarda il Golfo di Trieste ed i suoi immediati dintorni.
Il prodotto risulta ben congegnato perché abbina spunti e ricerche di ordine storicoculturale ad una aggiornatissima analisi delle novità riguardanti economia, logistica, energetica ed ecologia dell’ area interessata.
Il tema dominante del numero estivo di esordio riguarda il rapporto della citta di san Giusto con il CELESTE IMPERO. Si sottolinea il fatto che già l ‘imperatore Franz Joseph si era accorto della vocazione orientalistica del “porto di Vienna”. E adesso col successo della Via della seta Trieste può divenire CAPUT MUNDI. Interessante anche lo sforzo della valorizzazione di personaggi chiave del passato come Joseph Ressel, inventore dell' elica, battista di tante navi di successo.
QUANTA BELLA PADANITA' IN QUESTA CHARTA !!!
Il primo numero del Diciannove della preziosa rivista veneta CHARTA ci presenta tante notizie e numerosi approfondimenti riguardanti la cultura padana, in riferimento soprattutto a libri, figurine ed arte.
Vi si parla, con grande competenza e attenzione all’ aggiornamento delle risorse, delle biblioteche di Biella e Milano, tese nel tempo a valorizzare al massimo la cultura locale, delle mitiche figurine a vocazione scientifica, come sottolineato recentemente presso il Museo Panini di Modena, degli stupendi cataloghi delle librerie antiquarie di Cambiago, Como e Parma ma soprattutto di tante edizioni rare ed originarie di libri famosi scritti da padani come Depero , Sbarbato e Campana, giustamente valutate dai 5000 ai 30000 euro(chi ha detto che la vera cultura non ha prezzo?).
Arrivata al ventottesimo anno ( per chi sa di astrologia il giro completo dell’ orbita di Saturno, re del Tempo) la rivista si dimostra ancora una volta insostituibile, pronta a informare sul meglio che circola in fatto di collezionismo e antiquariato per materie di arte e lettere (preziose tra l'altro le informazioni sui mercatini padani in piazza e vie dei nostri centri storici).
GIOPI’, CHE PASSIONE !
Il “Giopi’ “ e’ la più interessante pubblicazione di cultura locale della Lombardia.
Autorevole portavoce del Ducato di Piazza Pontida, ci racconta tutto quello che ha a che fare colla bergamaschità presente passata e futura.
Sa ragguagliarci su figure che hanno contrassegnato il volto più autentico del mondo orobico e sugli esiti di una lingua locale tra le più arditamente musicali di Europa
In uno degli ultimi numeri , quello di metà luglio 2018, ecco uno stupendo coccodrillo su Ravasio, uno dei più importanti pittori padani degli ultimi cinquanta anni, ed una bella nota biografica su quel nume del federalismo a base geografica che fu Ghisleri.
VENT’ANNI DI MEDIOEVO
Numero 250, ma soprattutto 20 ANNI di pubblicazione.
La rivista dedicata all’ epopea di mezzo appare in gran spolvero e per l occasione si mette a resocontare le vicende di quella che chiama REGINA DEL MARE, la nostra amata Venezia, capitale morale della Padania.
Si tratta di un dossier estremamente circostanziato, a firma di Elisabeth Crouzet-Pavan, docente alla Sorbona di Parigi, capace di intrecciare vicende belliche e urbane a questioni esoteriche e religiose, come la complessa faccenda del doppio patronato santo. Bello anche l ‘approfondimento sul ruolo giocato dal Fondato dei Tedeschi.
Interessante anche il commento al restauro del convento domenicano di Treviso.
Insomma di MEDIOEVO, in particolare padano, ce ne e' sempre bisogno. Altri tanti lustri di vita!
CONTRO LA FOIBOFOBIA
Nel numero 136 della rivista sito cartacea STORIA IN RETE del febbraio Diciassette viene scatenata una vera e propria crociata nei confronti della nuova ondata di FOIBOFOBIA, tutta tesa a rivalutare la damnatio dell olocausto per farci un po’ dimenticare l orrore spaventoso di gulag e soprattutto foibe istriane.
Secondo Lorenzo Salimbeni torna il cosiddetto revisionismo giustificazionista , che agirebbe in nome di un attacco alla fantomatica propaganda neofascista. Astio antitaliano, silenzio tombale (ma verrebbe da dire cavernicolo visto l ‘ oggetto) sulle atrocita’ titine farebbero il resto.
Mio Dio, quel passato che non passa! Anche nel terzo millennio siamo qui a costruire barricate tra opposti estremismi, rinverdire Odi atavici, ridare vernice al vieto concetto di Patria! Direzione e redazione della rivista hanno sicuramente ragione ma sarebbe ancor meglio rivedere l intera questione del confine orientale italiano come confine dell universo padano innanzitutto. Il fascismo fece sicuramente brutte cose in Istria….il comunismo parti’ dalla stessa premessa, distruggere cioe’ i popoli veri in nome di un’ idea!
HYSTRIO SUL TEATRO DIALETTALE E REGIONALE
L ultimo numero della rivista HYSTRIO, il quarto del 2016, concentra la sua attenzione sulle cosiddette LINGUE DEL TEATRO, dando spazio agli idiomi regionali italiani che son stati alla base del teatro popolare degli ultimi cinquanta anni, un’ottima occasione per ripassare le declinazioni creative del teatro padano, mirabilmente riassunto dal Gramelot di FO.
La capacita’ di collaboratori e redattori di raccontare toni, scelte e timbri dei teatri dialettali padani, specie della Lombardia e del Veneto, ci permette di gustare fino in fondo quanto e’ stato effettivamente prodotto nella nostra cara pianura a partire da Testori e Zavattini per arrivare ad Alessandro Bergonzoni.
Perlomeno curioso il titolo “It is not Italy” per il mondo teatrale del Nordest.
Ottime anche le argomentazioni del grande Bartezzaghi a favore del cosiddetto Macheronico.
FOCUS CENTRATO!
FOCUS STORIA di ottobre 2016 (numero 120) sceglie la Stregoneria come argomento centrale. Ghiotto ma al tempo stesso difficile da trattare in tempi in cui perfino il New Age non riesce piu’ a ghermire adepti.
Il fatto e’ che quel Satanasso del direttore Loredan non sbaglia una mossa: in questo caso riesce a dare un taglio davvero postmoderno al tutto, facendoci raccontare delle storie che riescono ad intrigare al di la’ dei luoghi comuni; così ‘Vite da strega’ attraversano tempo e spazio per svelarvi una Padania per tanti aspetti ancora poco conosciuta. Margherita, Costanza, Gentilina, ecco tre esempi protomoderni di cotanta voracita’ di vita al di sopra delle righe. E l’ Inquisizione? La collaboratrice Leonarda Leone ci spiega che esiste un file rouge da Guy a Torquemada molto piu’ intricato e contraddittorio di quanto avevano spiegato Eco e Introvigne. E poi i mille volti del Diavolo come non ce li aveva illustrati nessuno.
Insomma tanta divulgazione nel vero senso della parola, senza toni saccenti o ironie trite e ritrite.
Da segnalare infine in questo numero un servizio sui luoghi cinesacri in cui furono girati i cosiddetti Spaghetti Western…perfino Gemma e la Cardinale han dovuto sconfiggere dei diavoli…in mezzo al deserto iberico!