Identità Genius Loci
Artico, universo parallelo
di A. ROGNONI
“L’ Artico, prima di tutto, è un'idea. Per lo piu sbagliata, perché non e vero che sia disabitato, e non è vero che sia immutabile e fuori dal tempo. Un'idea che nasce da un bisogno d' altrove, dalla speranza che vi sia infine un luogo diverso, una possibilità di fuga dal contemporaneo, un’ultima Thule, al riparo dell ‘autismo corale della nostra società … una parte del pianeta ibernata in una immacolata, primordiale purezza.”
Così Marzio Mian nel suo capolavoro saggistico edito da Neri Pozza “ARTICO, la battaglia per il grande Nord”; in realtà si tratta del Genius loci meno “loci” del cosmo, proprio perché non ha, specie oggigiorno, degli esatti confini, peraltro contesi da vari Stati, e fa riferimento ad un punto, il Polo Nord, che rappresenta più un traguardo virtuale che reale, al contrario del Massiccio Antartideo, così corporeo, tangibile e visibile.
Se andate al Museo Polare sito nella villa Vitali di Fermo e fondato dall’ esploratore romagnolo Zavatti (bello pensare che il mar Adriatico rappresenti un avamposto meridionale della stessa regione polare) vi rendete conto, complice la rivista da esso edita “il Polo” che nessun' altra piaga del pianeta riveste un fascino cosi pervasivo ed al tempo stesso impalpabile . Come se sotto il permafrost ci fosse il fuoco….
Chi ha tentato di violare l’ intera regione, enorme se si considera ciò che sta a nord di Europa, Asia e America, ha fatto spesso una brutta fine. Ma i cambiamenti climatici, con lo sciogliersi dei ghiacci, hanno creato da qualche anno le premesse per una nuova scommessa a base navale, turistica e commerciale.
Chi ci ha rimesso di più nel nuovo assetto con proprio le popolazioni delle terre estreme, come gli eroici Inuit, costretti a mutare, complice la globalizzazione, il loro atavico stile di vita. La Groenlandia a sua volta reclama una totale indipendenza rispetto a Danimarca e resto del mondo: può diventare terra fertile perfino in agricoltura e ricca in virtù delle numerose materie prime. Il terzo Millennio chiarirà
l' enigma!
Sanremo, parchi e ville
della pace e dei fiori
di F. FERRARIS
Si affacciano sul sanremese corso Cavallotti e testimoniano due epopee di stranieri, uno svedese e uno svizzero, che hanno amato davvero la Città della Riviera …..fino alla morte….
Villa e parco Nobel, villa e parco Ormond, coi rispettivi musei ( “Nobel” e “Floriseum”) rappresentano l’approccio alla riviera stessa di quanto di meglio l’umanità abbia fatto a favore della pace (ma anche della guerra se si pensa al passato di “dinamitardo” di Alfred) da una parte e della
Bellezza naturale dall’altra.
Nobel era arrivato qui per sfuggire alla malattia cardiocircolatoria che lo attanagliava a Parigi e si era creato un buen retiro invidiato da tutta Europa, in cui decise finalmente di fondare il premio più famoso dell’universo; Ormond aveva incubato una stagione straordinaria che, passando per la curatela da parte di Mario Calvino, papà del grande scrittore Italo, era riuscita a generare e conservare quello spettacolo mercantile costituito dalla produzione floreale, testimoniato benissimo dalle fotografie e dai documenti conservati ora al Floriseum.
Passare una mattinata o un pomeriggio nelle due realtà più verdi e più miti della Liguria occidentale assieme al parco Hambury (stavolta un inglese) di Ventimiglia, costituisce senza dubbio uno degli svaghi e al tempo stesso delle kermesse culturali più piacevoli offerte dall’intero Norditalia, nonché tra le più paradisiache d’Europa.
Grado Pineta... il mitico avamposto del nulla
di S. SERENA
In una delle pagine più felici della narrativa di Susanna Tamaro (“Ascolta la mia voce”,2006 e 2019), si descrive la località di Grado PINETA, il centro balneare più a nord dell intero Mediterraneo.
Uno dei protagonisti del libro, il prof. Ancona, ha finito per abitarci, nella stagione ‘morta ‘, per riuscire felicemente ad attuare il suo progetto emancipante di COLONIZZARE GLI AVAMPOSTI DEL NULLA, salvo poi tradire il Golfo tergesteo nella stessa stagione estiva, trascorsa nell’ alternativa nichilista di Busto Arsizio (sara’ un caso , caro prof. ROGNONI, la scelta di collocarvi il suo amato Centro delle Culture?) per evitare i rumori molesti di ragazzini avidi di mare fangoso e di confuso ma attutito fracasso.
GIPI’, così lo chiameremo per simpatia, rappresenta realmente il miglior avamposto del nulla che la Padania possa oggi offrire a chi cerca di dare un senso effettivo alla dimensione surreale della vita umana, essendo finita del resto da tempo l’ epopea dei Dali’ e dei Palazzeschi come Vati dell Assurdo.
Si va a Grado PINETA per sguazzare tra le alghe, vivere in condomini ed alberghi dai nomi improbabili, superare lo sbarramento di vie dedicate alle costellazioni più gettonate dalla facile divulgazione scientifica.
Lontano, certo, dalla bolgia della città vecchia, troppo trasudante di storia, dai suoi tourbillon gastronomici e ricreativi. La Tamaro parla perfino di pini spelacchiati, di altri allucinanti ossimori, ambientali ed umani, che fanno appunto del villaggio in concorrenza con Marina Iulia e Gorizia Lido, il più temibile esempio di Antigenius Loci.
Andate a Gipi', colonizzatelo una buona volta (comodi appartamenti costano poco), passateci qualche giorno, scoprirete che il Nulla ha da insegnarci molto di più rispetto a qualsiasi forma di festa, passione e armonia, levando cosi di dosso quel perfido ”velo di Maya “ che copre, come sosteneva Ancona, subdolamente la vera realtà .
La Lourdes Padana e Italiana finalmente decollerà
di A. ROGNONI
Eccoci dunque al settantacinquesimo degli eventi della Madonna delle Ghiaie di Bonate di Sopra. Quanto accadde nella tarda primavera del ’44 in questa zona della Bergamasca che in tempi recenti sarà teatro di altri tragici avvenimenti culminati nel ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, è ancora oggetto di profondo mistero.
Il mistero non riguarda solo la modalità e la veridicità delle apparizioni della Madonna alla bimba Adelaide Roncalli, defunta da qualche anno quasi ottantenne, ma anche e soprattutto il comportamento della Chiesa orobica in relazione agli eventi stessi, che in buona sostanza, a torto o a ragione, ha di fatto impedito che la fenomenologia miracolosa acquistasse quella fama definitiva e incontrovertibile che avrebbe davvero potuto fare di Bonate fin da subito la Lourdes padana (come nel paesino pirenaico pare che la Vergine si esprimesse in lingua dialettale), tenuto conto tra l’altro dei presunti miracoli avvenuti da allora ad oggi e facenti capo alla veggente dell’Isola, segnata poi da una vita assai travagliata, e a quel singolare “Simbolo di Ghiaie” che raffigura l’Immacolata con in mano due colombe, dipinta dal pittore Gallizzi e diventata amatissima icona popolare.
Catalunya maestra di
libertà contro l’eurosistema
A venticinque e più anni dalle Olimpiadi di Barcellona, i giochi che hanno rilanciato alla grande la città e hanno contribuito alla conoscenza da parte del mondo intero del problema “patriottico” che viene vissuto da tempo ( e ben gestito) da parte di tutti i catalani, chi non vuole vedere , chi pensa ancora agli Stati nazioni come a dei monoliti , guarda ciecamente alla metropoli “crociata” come ad una città emblematica della Spagna , specie paradossalmente di quella più targata “radicalismo e ateismo”. La nuova Barcellona, quella che richiama gente da ogni dove , finendo addirittura tra le pagine più coinvolgenti dell’ultimo discusso Dan Brown, è il frutto in realtà del Risorgimento catalano, vecchio e nuovo.
(di Andrea Rognoni)
Quella Torino irripetibile, trionfo della mente e della felice scrittura
La Torino degli anni d'oro, della Einaudi e di quelle figure straordinarie che vi gravitarono.
Città a vocazione intellettuale, Genius loci della comunicazione letteraria come palestra della mente, convivio di menti elette, sacerta' dell educazione al bello e al giusto.
Ce lo racconta Ernesto Ferrero in un libro bellissimo, definito da molti ROMANZO STORICO.
Levi, Calvino, Pasolini, Pavese, Vittorini, Ginzburg , Bobbio, Mila, una serie di ritratti mirabili nel loro ineguagliabile scavo psicologico.
Leggete I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA (2005 e 2016) , delle edizioni Feltrinelli, e capirete meglio , in guisa definitiva, lo spirito che aleggiava nella Parigi padana, il ruolo svolto da essa nell’ evoluzione della cultura umana. Stile tagliente, iconoclasta, capace di inchiodarvi con nostalgia a quella magnifica realta'.
(di Andrea Rognoni)
Irlanda del Nord
dai giganti protoceltici
alle miserie del Regno Unito
(di Andrea Rognoni)
Son passati quarantacinque anni dall’ evento che costituisce un simbolo negativo ma significativo di riferimento per tutti i popoli che combattono strenuamente per la propria libertà: il Bloody Sunday (in gaelico Domnach na fola), 30 gennaio 1972. In quella domenica d’inverno l’esercito britannico spense nel sangue e nella repressione l’orgogliosa manifestazione dei nazionalisti irlandesi, nella cittadina di Derry. Una vergognosa dimostrazione, da parte di Londra, che il colonialismo esterno, rivolto agli altri continenti, era proseguito nel corso del Novecento coll’ancor più bieco e proditorio “colonialismo interno” , teso a conservare disperatamente e ad ogni costo quelle terre che da tempo avevano manifestato l’intenzione di riguadagnare definitivamente, dopo tanti secoli, l’indipendenza.
La Sardegna Ferace: Orgosolo
e i suoi Murales
(di Andrea Rognoni)
C’è una Sardegna più Sardegna delle altre, vi è un genius loci che riconosciamo soprattutto da quanto fu dipinto sui muri delle case di un paese unico nel suo genere, Orgosolo.
Si tratta del cuore della provincia di Nuoro, tra Barbagia e mare. Un popolo di pastori che si è risvegliato da un torpore fatto peraltro di grande saggezza atavica a base etnoculturale, si è svegliato tra anni sessanta ,settanta e ottanta , arrivando a dipingere coi murales la propria inconfondibile visione del mondo.
Monza, d’arborea vita vivente
(di Ilaria Colombo)
In occasione dei 200 anni della nascita ufficiale di Monza grazie agli Asburgo (aprile 1816) esce una singolare pubblicazione, frutto di un impegno che per 10 anni ha visto l’autore girare in lungo e in largo il capoluogo brianteo e i suoi dintorni, munito di un taccuino e macchina fotografica con la quale ha documentato le straordinarie immagini , Alberi in città a Monza è l’ultimo libro ( edizioni in proprio e produzione artistica privata) del prof. Pompeo Casati, geologo ed ex docente di Geografia fisica dell’ Università degli Studi di Milano, definito dallo stesso “un album fotografico” .
IL MULINO COLOMBO,
VERO CUORE DI BRIANZA
Vi presentiamo il Museo Etnologico di Monza
(di Ilaria Colombo)
È conosciuto anche come s. Gerardino. Il mulino era già attivo dal diciassettesimo secolo. Passò dalla macina del grano alla follatura della lana. Infine dal 1871 divenne frantoio. La famiglia Colombo proveniva da Asso e Canzo e discese la valle dei mulini fino ad arrivare a Monza. Patriarca era Giuseppe con la moglie Emilia Salvioni e i quattordici figli.
Monza, Mulino Colombo, torchio d’olio con molazza
Quel Chrismon ambrosiano nell’abside del Domm
di Flavio Livio Marchetto (Vessillologo)
Il “labaro” (in latino “labarum”) nella sua forma più comune aveva la struttura base del vessillo: un'asta pulita con in cima una traversa, con il drappo di color rosso porpora ricamato di colore oro.
L'imperatore Costantino I detto anche Costantino il Grande introdusse per le legioni l'uso del “labaro”, quando il 28 ottobre 312 sconfisse e uccise il rivale Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio[1] (vicino a Roma).
Vi era riprodotto il simbolo cristiano del “☧” (in greco “chrismon”), ed esso fu l'unico segno di chiara estrazione cristiana che non riprendeva altre tradizioni religiose... segue su pdf
Il Fiume
dell'anima
a cura di
Andrea Rognoni
Il Lambro si configura come il maggior fiume dell'lnsubria. Come una vena di sangue l'attraversa, ne costituisce la vera e profonda anima. Anche se devastato dall'inquinamento e dalle altre bruttezze contemporanee, continua a parlare al nostro popolo colle sue acque, ad essere fonte di vita e civiltà.
La sorgente del Lambro
La forza primitiva del nostro selvadego
Sacco Valgerola
a cura di
Andrea Rognoni
Torna alla ribalta il mitico “homo selvadego”. Una delle figure leggendarie più care alla padanità alpina è stata evocata , anche attraverso le sue versioni più mediterranee come il Ciclope omerico, negli ultimi tempi da tutti quelli che cominciano a non sopportare più quella che viene ormai chiamata “dittatura del web”.
Le mille vite di Venezia
a cura di
Federico Parlante
Un illustre scienziato inglese dell'ottocento disse che per sopravvivere non necessariamente bisogna essere i più forti ma i più adatti. Per sopravvivere insomma bisogna adattarsi. Questo principio dalle scienze naturali è stato preso in prestito dalle scienze sociali ed economiche. Dal libero gioco e sfogo delle forze del mercato sarebbe risultato un nuovo ordine economico e sociale.
Quel giardino padano
a cura di
Andrea Rognoni
Cinquant’anni dall’uscita de “Il Giardino dei Finzi-Contini”, capolavoro immortale di Giorgio Bassani ambientato in una delle città padane per eccellenza, Ferrara (come Torino, Cremona e Mantova)...
SCOZIA
a cura di
Andrea Rognoni
Da Braveheart alla devolution, sulle ali
di una profezia.
Bisogna andare sulle isole Orcadi, a nord della Scozia, per trovare reperti archeologici tra i più antichi dell’intera Europa...