I Maestri
BUTICCHI, DUMAS DEL DUEMILA?
Ha battuto tutti. Le vendite dei libri del Maestro dell’avventura raggiungono cifre stellari.
Il fatto è che Marco, a dispetto di tanti altri “imbrattacarte”, sa scrivere, sa incuriosire, sa insegnare.
Raccontare è un’arte, se poi viene gestita con gusto della trama, scultura agile e progressiva con personaggi convincenti, illuminazioni su alcuni passaggi chiave della storia umana, spunti magistrali per interpretare i misfatti del secolo scorso, tutto questo non può non venir premiato. Ed il premio per Marco arriva direttamente dai lettori, molto più intelligenti di critici poco comprensivi delle ragioni autentiche della scrittura.
Il romanzo più riuscito? Secondo noi la medaglia d’oro va assegnata a “La luce dell’ Impero”, per la particolare capacità di farci rivivere il clima del mondo protomoderno, più leale e avvincente di certe meschine barbarie del Novecento. Medaglia d argento a “La stella di pietra”, esemplarmente giocato tra arte e terrorismo, mentre il bronzo se lo sta guadagnando proprio l’ultima fatica, “Stirpe di navigatori”, di cui non diciamo nulla proprio per invogliare tutti all’ acquisto e alla deliziosa lettura.
Vero e proprio Mastro Navigatore risulta il BUTICCHI, sorta di Poseidone dei mari ed esploratore dell’ oceano letterario ed antropologico. Un Nettuno sempre pronto a salpare, partendo dalla sua Lerici
byroniana, dalla sua odisseaca Casa di Mare (titolo della fortunata autobiografia ) del Golfo spezzino, da dove manda lo sguardo, coi suoi stessi capolavori, verso la dumasiana Montecristo.
Marco Buticchi
MONTANARI , RE SAPIENTE DEL TEMPO SECOLARE...IN CUCINA
di Rodolfo Pazzini
Sarà un caso che il più illustre storico europeo vivente della alimentazione è nato in Padania ?
Si chiama Massimo Montanari, è cresciuto a Imola e ha insegnato a Bologna.
Nei suoi settant’anni di vita ha raccolto tutto quello che vi è da sapere su cibo, cucina e dintorni, dalla antichità ad oggi, partendo dalla complessa evoluzione di colture e tipi di allevamento.
I suoi libri, ormai numerosissimi, vanno letti con attenzione per capire come si è passati col tempo dal trionfo della gastronomia popolare alla vera e propria adorazione nei confronti degli chef tv.
Ci ha fatto intendere finalmente il rapporto sottile tra cottura, digestione e pensiero, cosi decisivo in Emilia ma altrettanto importante in ogni area dell ‘ universo.
il prof. Massimo Montanari
GIORGIO GALLI E LA SETTIMA MARCIA
GIORGIO GALLI ha compiuto novanta anni. Ed è più lucido che mai, pronto a partorire qualche altro saggio dei suoi, destinato a confermarlo il miglior politologo padano dell ‘ultimo mezzo secolo.
Il libro GOLPE INVISIBILE e’ riuscito a mostrare che la principale causa della postmodernita’ politica consiste nel nuovo assetto del capitalismo finanziario, qualcosa che non era stato previsto dalla politologia classica.
Se gli si chiede quale e’ la reale consistenza del fascismo oggi, risponde sfacciatamente, ed in barba alla sua appartenenza al mondo intellettuale neomarxista, che non vi e’ proprio più alcun pericolo.
E stato l’unico neoilluminista che ha spiegato certe scelte ideologiche di Ottocento e Novecento con la dimostrazione che le convinzioni e le prassi esoteriche e magiche le hanno determinato in gran parte.
Insomma il pensatore meneghino ha davvero una MARCIA in più di tutti gli esperti di società ed economia!
Claudio Cecchetto
CECCHETTO E RUMIZ , MUSICA E VIAGGIO COME RISCOPERTA PADANA DEL PIACERE DI VIVERE
Un sessantacinquenne e un settantenne che hanno saputo regalare al mondo il meglio dell ‘ ingegno veneto.
Claudio CECCHETTO ha maturato una esperienza straordinaria nell’ ambito della musica leggera, soprattutto su come trasmetterla, comunicarla, preformarla. Presentatore ottantino di Sanremo, talent scout rispetto ai maggiori attuali protagonisti del mondo dello spettacolo, creatore di radio, emittenti e contesti di produzione e arrangiamento, animatore di eventi epocali. Ha vissuto al meglio i vantaggi e le occasioni offerte dalla Milano d ‘ avanguardia.
Paolo RUMIZ ha scritto alcuni tra i più bei libri di viaggio degli ultimi venti anni, partendo dalla sua Trieste e adeguando la sua curiosità ad ogni nazione, continente ed etnia, non senza stimolanti riferimenti alla società e alla vita politica. Si e specializzato soprattutto proprio nella descrizione ed interpretazione delle tradizioni e delle scelte moderne dell ‘ universo padano, specie nel capolavoro ‘Morimondo‘, navigazione incantata del Po mezzo secolo dopo Soldati.
Paolo Rumiz
SGARBI … ANZIANO
Sessantacinquenne.
Finalmente anziano.
E naturaliter Maestro. Ma maestro di che cosa? Coprolalia, Sessuofagia, Ambiente, Arte eterna?
Vittorio risulta a conti fatti maestro di tutto e di niente. La Padania, come la chiama ed accenta sulla I, ha in qualche modo trovato in lui il suo VATE. E Dio il suo profeta. Perché recentemente ha affermato che se Lui esiste non si interessa comunque delle vicende umane. Per forza , a tutto cio’ ha delegato la star ferrarese.
Dovremmo chiederci davvero come potrebbe andare avanti il mondo senza Sgarbi.
Vittorio Sgarbi
Bob Dylan
IL MENESTRELLO E IL MAGO, AL CULMINE DELLA CELEBRITA’
Bob Dylan e Tom Hanks, due americani tra le stelle più brillanti del momento. Con tanto merito.
Vediamo perche’.
Il primo ha finalmente ricevuto un Nobel davvero strameritato. Inutile che certi scrittori paludati si mettano a schiattare per l’invidia proclamando istericamente che la sua non e’ letteratura ma solo musica folk. Vogliamo ricordare loro che fin dalla scelta del nome d’arte lo Zimmermann ha sostenuto l’idea che senza la poesia non si puo’ fare musica (Dylan Thomas fu il maggior poeta delle isole britanniche). I testi del Menestrello per eccellenza risultano inoltre di grandissimo livello espressivo, mai banali e scontati anche quando si mettono a inseguire l ‘onda un po’ ruffiana della protesta giovanile.
Tom e’ diventato, arrivato alla sessantina di eta’, il maggior attore americano. Vorremmo soprannominarlo Mago per il fatto che in tutte le sue interpretazioni, da Philadelphia a Cast away per arrivare soprattutto alla trilogia tratta dai libri di Brown in cui interpreta l’investigatore Langdon, ha giocato il ruolo di chi, controcorrente, ha saputo addossarsi l ‘onere del Diverso per antonomasia, non il Diverso piagnone e vittimista ma Colui che sa ricorrere alle conoscenze nascoste e alle discipline di frontiera per riuscire a salvare se stesso oppure redimere il mondo intero, a volte operando ambo le magie.
Una voce da Mito e una faccia da Mago, cosa chiedere di più all’ Arte postmoderna?
Tom Hanks
LA WUNDERKAMMER DI RINCICOTTI
di Andrea Rognoni
Luigi Rincicotti si è andato imponendo col passar del tempo come uno dei maggiori pittori padani viventi. Il vasto successo delle sue mostre, i riconoscimenti internazionali, il ruolo raggiunto di caposcuola, la stessa impostazione della sua residenza a casa-museo destinata in futuro ad accogliere visitatori qualificati da ogni parte d’Europa, ecco l’insieme dei fattori che non mettono più in discussione la statura dell’artista settantacinquenne nato a Fano, cioè ai confini esatti della Padania, ma cresciuto moralmente e creativamente nella Serenissima Caput Mundi dell’arte (ora se ne sta nella euganea Roncade in un buen retiro a sfondo tolstoiano).
Stringere l’opera di Luigi in un preciso contesto movimentale è risultato sempre più esercizio arduo e per certi aspetti inutile, tenuto conto che surrealismo, espressionismo e metafisica vengono da lui superati in una scommessa più alta e complessa, destinata col tempo a contrassegnare la storia
della pittura padana e italiana per l’apertura appunto ad un futuro possibile che, nell’intrecciare spirito d’avanguardia a start neofigurativa, apre la breccia al postmoderno reale.
In sostanza si tratta di una eccezionale wunderkammer dall’intensissimo crogiuolo cromatico, oscillante costantemente tra istanza ludica, grottesco e rilancio dell’incanto sapienziale.
L’intento del Maestro è proprio quello di stordire chi guarda, per renderlo letteralmente “inetto” (si noti la forza della ripresa di un concetto partorito dalla letteratura) rispetto alla morale corrente e guidarlo lungo la traiettoria di una palingenesi orientata al recupero degli archetipi primigenii. Non a caso Carlo Munari parlò già a partire dagli anni settanta di “gesto d’amore ed insieme di collera”, nella misura in cui Rincicotti deve elaborare una sorta di esorcismo antigravitazionale rispetto alla connaturata “sporcizia” del mondo contemporaneo. Così nella sua camera delle meraviglie deve entrarci di tutto, con un’attenzione maniacale nei confronti degli oggetti, per esercitare una sorta di inventario teratomorfico rispetto al quale celebrare il suo rito magico. Le persone inquadrate, al tempo stesso rigide e isteriche ( si pensi soprattutto all’atteggiarsi delle mani) costituiscono in tal senso una sorta di “guardiani della soglia” pronti ad emettere il loro pesante verdetto, di fronte al quale, per una specie di “horror vacui”, occorre premunirsi di efficienti maschere. In tal modo lo stesso gioco delle parti di pirandelliana memoria finisce per venire ribaltato: non sono gli altri a imporci le maschere stesse (anche quelle del carnevale veneziano tanto amato da Luigi) ma noi stessi ad usarle per operare chirurgicamente sui cadaveri che ha prodotto la realtà del benessere.
Eugenio Borgna
EUGENIO BORGNA, IL GENIO DELLE EMOZIONI FERITE
Borgna è tuttora tra i maggiori psichiatri padani. 86 anni di indagini a tutto campo, nel senso di una invidiabile “esperienza sul campo” nello studiare i casi più disparati di instabilità mentale. Sostenere che Borgna appartenga a una scuola risultrebbe troppo riduttivo anche se sappiamo quanto abbia contato per lui la formazione di impianto fenomenologico.
La psiche per lui ha rappresentato la compagna quotidiana di ogni sua avventura intellettuale e terapeutica.
Leggete e rileggete le sue Emozioni Ferite, scoprirete ancora una volta e nella maniera più incontestabile che senza la cultura letteraria non si arriva a comprendere i veri segreti dell’animo umano. Il suo lavoro ermeneutico del divino Holderlin vale più di ogni studio filologico.
Angoscia e nostalgia, senza l’approccio del primario emerito dell' Ospedale Maggiore di Novara suonerebbero ancora come meri e banali luoghi comuni.
Andrea Vitali
VITALI SESSANTENNE: BANDIERA DI IDENTITA’
Andrea Vitali compie sessanta anni nel momento in cui scriviamo (8 febbraio 2016).
Può considerarsi il più noto romanziere padano a sfondo identitario, il più famoso tra quei viventi che parla di storie locali ambientate nel contesto padano –alpino.
Lo intervistammo per il Festival del Libro brianteo da noi organizzato nel 2009. Come tutti i bravi scrittori di storie è piuttosto laconico, poco portato all’esegesi delle proprie opere.
E’ stato paragonato a Manzoni, Chiara, Brera; forse non è il caso di scomodare questi tre grandi, nati e cresciuti tra l’altro in altri contesti culturali. C’è comunque un ‘aderenza alle tipicità del territorio che conforta il lettore rispetto alle pretese degli autori “mondialisti”. Prendiamo uno dei suoi ultimi lavori, quello ambientato nell’Ottocento, “La leggenda del morto contento”: Il tono è comico, gli sfondi paesaggistici incentrati sul mistero del lago. Nessuna vetta stilistica, ma la capacità di aderire alla vita di strada e alle sue “incommensurabili” miserie. Una sorta di artigianato pittorico e sonoro che gravita attorno al riso beffardo del morto.
Al momento altro del genere non abbiamo, o meglio “non passa”. Vitali rappresenta lo zenit di chi crede ancora in un mondo regionale e comunitario.
QUIRINO OTTANTENNE: AL QUIRINALE DELL’ARTE! A. Rognoni
E così siamo arrivati all’ottuagenarietà del maggior musicologo padano ed italiano, Quirino Principe, l’eclettico divulgatore della cultura teutonica , il Mitteleuropeo per eccellenza ( bagnando il naso a Claudio Magris), il Cattivo più illustre di Gorizia assieme al Capello Furioso.
Principe Quirino
Francesco Moser
MOSER O DELL’ANTIPATIA VINCENTE
di Dante Remolero
Stavolta volgiamo lo sguardo ad un Maestro…di Vita.
Se è vero che lo sport è una forma d’arte Francesco Moser l’ha interpretata sempre da creativo, gran creativo, perfino nel libro autobiografico che ci regala con successo in questo 2015, “Ho osato vincere” (ed. Mondadori)
Francesco dei Moser, l’unica famiglia al mondo dove tutti hanno fatto ciclismo d’alto livello ( i quattro Moschettieri di Palù). Un sessantacinquenne dalle ali d’oro. Recordman in tutto ha vinto anche il più alto numero di gare nel ciclismo italiano.
Stefano Zecchi
Ecco un altro splendido settantenne, Stefano Zecchi, veneziano.
Si tratta di un vero e proprio Maestro, prima ancora dello stile di vita che della materia che insegna o dei contenuti che propala.
Mentre altri interpreti dell’arte, critici e storici, appaiono, pur nella loro genialità, legati ad una visione un po’ isterica della materia trattata, il tratto distintivo di Stefano è sempre stata la sobrietà,
in parte caratteriale, in parte derivata dall’autoeducazione alla filosofia delle cose, lontano da qualsiasi inutile polemica. Il suo stesso modo di scrivere e parlare risulta semplice, capace di arrivare a tutti, nonostante le premesse di intensa riflessione.
Alain De Benoist
Settantenne, Alain De Benoist ha creato un solco gigantesco nella storia del pensiero politico ha fatto, a suo modo una specie di Rivoluzione culturale, quale nel corso del novecento nessuno ha tracciato in forma chiara e distinta, spesso arroccandosi su posizioni pregresse e facendole passare per nuove ( tale discorso valga soprattutto per molti cosiddetti maestri di pensiero francesi e italiani).
La Novelle Droite ha saputo rinnovare da cima a fondo un patrimonio ormai consunto, fatto di vecchi nazionalismi un po’ isterici, capaci più soltanto di rilanciar becchi slogan attraverso personaggi che alla fine , a conti fatti hanno fatto più il male che il bene della Destra, favorendo quell’arrendevolezza alla sinistra culturale che oggi come oggi è sotto gli occhi di tutti.